Knights of the Zodiac (2023) : Il disastro cosmico

C’è un momento nella vita in cui ti fermi, guardi l’orologio e ti chiedi: “Ma davvero ho buttato un’ora e mezza della mia esistenza per vedere questa roba?”. Ecco, Knights of the Zodiac è quel momento,

Cominciamo con la verità

io ci credevo. Ci credevo davvero. Quando ho sentito che avrebbero fatto un film live action sui Cavalieri dello Zodiaco ho pensato: “Finalmente! Dopo anni di delusioni, ecco la redenzione. Ecco il momento di vedere Pegasus, Sirio, Hyoga, Andromeda e Phoenix sul grande schermo con le loro armature lucenti, i loro colpi spettacolari e i monologhi epici sulla giustizia”, speravi che il regista polacco di intermezzi di The Witcher Tomasz Bagiński tirasse fuori un bel adattamento…cor cazzo… dal culo di Hollywood è uscito un grosso sterco. che si aggiunge alla grossa lista di pessimi adattamenti di live action di anime e manga.

Ma gli altri Cavalieri?

Il titolo fa pensare a un’epica battaglia tra Cavalieri dello Zodiaco. Ci si aspetta di vedere almeno i protagonisti principali, no? E invece niente. Sirio il Dragone? Sparito. Hyoga il Cigno? Assente ingiustificato. Andromeda? Nemmeno un braccialetto rosa in vista. Phoenix? C’è, ma è così random da sembrare un personaggio di Mortal Kombat.

Il torneo all’inizio: aspettative alte, realtà da palestra di provincia

L’unica cosa che sembrava promettente di Knights of the Zodiac era il famoso torneo Galattico, una delle sequenze più amate nell’anime originale. Ma anche qui ci hanno fregato. Il “torneo” sembra una rissa in un parcheggio, con due luci stroboscopiche e un paio di acrobazie fatte al rallentatore. Nessuna tensione, nessun senso del rito, zero spettacolo.

Un’occasione sprecata come poche. Dovevano essere combattimenti iconici, colpi spettacolari, urla al cielo e sangue che scorre. Invece sembra un’audizione per un talent show sulle arti marziali.

Un miscuglio tra Star Wars e film di arti marziali di Taiwan

A un certo punto mi sono chiesto se stavo guardando Saint Seiya o il prequel povero di Star Wars. Mylock mai incazzato un Seiya che scopre “la forza” (ops, volevo dire il cosmo) e una Atena adolescente e infine ci sono le astronavi. L’identità visiva è confusa, l’estetica è un miscuglio di fantasy a basso costo e fantascienza mal riuscita. Di mitologia greca nemmeno l’ombra, forse le statue.

Anche qui muore!

CGI spartana

Nel 2023/2024 uno si aspetta almeno degli effetti visivi decenti. Invece in Knights of the Zodiac ho visto uno sterco colorato con rallentamenti e bullet time tanto per fare i fichi i combattimenti sono atroci e le uniche armature che compaiono (Pegasus e Phoenix) sono ridicole.

Dopo 30 minuti già ti chiedi: ma quando finisce?

Dopo la prima mezz’ora hai già controllato l’orologio almeno tre volte. Il ritmo è piatto. Le scene di dialogo sono lente, senza tensione, senza pathos. La parte “introspettiva” di Seiya è un susseguirsi di cliché e battutine da serie TV americana anni 2000. E il dramma che dovrebbe prenderti allo stomaco? Non pervenuto.

Perfino la storyline tragica della sorella scomparsa di Seiya viene trattata come una formalità: buttata lì all’inizio, giusto per giustificare due smorfie di sofferenza ogni tanto. In teoria è la motivazione principale del protagonista. In pratica è come se Seiya l’avesse vista un paio di volte in cortile, tipo “sì, avevo una sorella, ma ora devo salvare la dea Atena teen con i superpoteri cosmici”. In confronto, la caratterizzazione di Ken il Guerriero sembra Shakespeare.

Dopo una serie di momenti confusi, Seiya viene spedito su una specie di isola in CGI dove riceve l’addestramento di Castalia, nvece di vivere un percorso durissimo e trasformativo, il nostro eroe apprende in sette minuti scarsi come “sentire il cosmo”.

E mentre speravo, con tutto il cuore, che spuntassero finalmente anche gli altri Cavalieri una comparsata, un cameo, un’ombra invece niente. Il deserto assoluto. Neanche un Andromeda in panchina.

Il vero colpo segreto è la mia pazienza

“Knights of the Zodiac” è il film perfetto per spiegare a qualcuno cosa significa “fare un adattamento senza capirci nulla”. È un insulto all’immaginazione, un’occasione buttata, e una trappola per i fan che ci credevano ancora.

Knights of the Zodiac (2023) : Il disastro cosmico
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