C’è un prima e un dopo Biancaneve e i sette nani nella storia del cinema. Quando Walt Disney decise di trasformare la fiaba dei fratelli Grimm in un lungometraggio animato, non stava solo rischiando la bancarotta: stava inventando un nuovo linguaggio visivo.
L’azzardo di un visionario
Negli anni Trenta, nessuno credeva che un film d’animazione potesse reggere l’attenzione del pubblico per più di qualche minuto. Hollywood trattava Walt a pesci in faccia. I cartoni erano considerati un divertente intermezzo, un complemento ai film “seri”. Walt Disney, però, era convinto del contrario. Fin dall’inizio della sua carriera aveva mostrato un’attenzione quasi ossessiva alla narrazione e all’emozione, e sapeva che le immagini potevano raccontare storie profonde, commoventi, universali.

Così, nel 1934, annunciò ai suoi collaboratori l’intenzione di produrre Biancaneve, tratto dalla celebre fiaba tedesca. Il progetto fu accolto con scetticismo, tanto da guadagnarsi il soprannome di “la follia di Disney” a Hollywood.
Ora sono cavoli per Disney
Diciamo che creare un film animato della durata di un’ora e ventitré minuti non è stato facile, tutto è stato realizzato a mano si stima che furono realizzati più di due milioni di disegni per completare il film, che alla fine ne conteneva circa 250.000. Il team di Walt Disney inventò alcune tecniche per “facilitare” i lavori dei disegnatori, l’ uso della multiplane camera, , permise di creare profondità e movimento realistico all’interno delle scene. Ma Biancaneve fu anche una rivoluzione nella musica e nel doppiaggio e nessuno ci credeva molte canzoni presenti nel film crearono un nuovo sottogenere quello dei musical animati.
Biancaneve in Italia durante il fascismo
Biancaneve e i sette nani fu distribuito negli Stati Uniti nel 1937 e diventò rapidamente un successo planetario. Ma in Italia, il film arrivò solo nel 1938-1939, in un contesto molto diverso: il regime fascista di Benito Mussolini aveva imposto una linea culturale chiusa, sospettosa verso le influenze straniere, soprattutto quelle anglo-americane.

Il fascismo promuoveva il cinema italiano come strumento di propaganda nazionale. Mussolini stesso definì il cinema “l’arma più forte”, e a partire dalla metà degli anni Trenta furono fondate istituzioni come la Direzione Generale per la Cinematografia e Cinecittà, con l’intento di controllare e potenziare il settore. I film stranieri erano sottoposti a rigida censura, e spesso vietati o pesantemente modificati.
Eppure, Biancaneve, nonostante fosse un prodotto tipicamente americano, fu ammesso alla distribuzione in Italia. Questo avvenne anche perché il film, formalmente, appariva “innocente”: non conteneva elementi politici espliciti, non toccava temi sociali sensibili e, soprattutto, era destinato ai bambini.
Tuttavia, anche in questo caso, la censura intervenne: alcune sequenze vennero tagliate o “mitigate” nel doppiaggio. La Regina cattiva, ad esempio, fu doppiata con un tono meno aggressivo rispetto all’originale, e alcune scene ritenute troppo cupe furono accorciate. Ma il messaggio generale, fondato su valori tradizionali come la bontà premiata, la giustizia e l’amore romantico, veniva percepito come compatibile con l’ideologia dominante.
La segreta dipendenza da cocaina
Nonostante quasi i cent’anni di questo film Biancaneve è stato soggetto di teorie e cospirazioni Cucciolo, Brontolo, Gongolo, Mammolo, Eolo, Dotto e Pisolo in realtà rappresenterebbero uno per uno, le fasi della tossicodipendenza allo stupefacente noto come “neve bianca”.

Non esistono documenti, interviste o versioni ufficiali che confermino consumo di droghe da parte di Disney o dei suoi disegnatori durante la creazione del film ( fino adesso)
Nero-Fumo e i sette nani neri
Quando nel 1943 uscì Coal Black and de Sebben Dwarfs (Nero-Fumo e i sette nani neri) il mondo dell’animazione americana si trovava nel pieno della sua età dell’oro, e la Warner Bros era al vertice della sperimentazione comica e visiva grazie alla serie Merrie Melodies.

Diretto da Bob Clampett, uno dei registi più audaci e controversi dello studio, questo cortometraggio rappresentava una parodia della fiaba di Biancaneve in chiave afroamericana, con un’estetica fortemente influenzata dal jazz e dal burlesque. Ma sotto la patina colorata e musicale si nascondeva un ritratto profondamente razzista, costruito su stereotipi grotteschi.

In Coal Black, Biancaneve diventa So White (Nero fumo), una pin-up afroamericana ammiccante e ipersessualizzata, mentre i sette nani diventano sette soldati pigri, sgangherati, immersi in un linguaggio caricaturale e iperbolico. L’intero corto è un’esplosione di gag slapstick, giochi musicali e nonsense verbale, in cui l’immaginario afroamericano viene trattato come folklore esotico, materia da cabaret. Tutto è esagerato: le movenze, i tratti somatici, i dialetti, persino il modo di suonare e ballare.
Le versioni por###
Visto che l’immaginario umano è infinito ci sono anche le versioni versioni porno di Biancaneve, ecco vi presento Biancaneve e Co. del 1982 diretto da Mario Bianchi. Si tratta di una commedia sexy-parodica. La protagonista, Biancaneve, non è più la giovane ingenua in attesa del principe, ma una donna prorompente, desiderata da tutti e spesso inconsapevole del suo potere seduttivo. I sette nani diventano sette caricature grottesche, tutte concentrate sul corteggiarla o spiarla, e la Regina cattiva viene trasformata in una rivale gelosa, ma in modo più farsesco che drammatico.

Nel 1995 esce Biancaneve e i sette nani, altra versione porno di Franco Lo Cascio, che nel mondo del cinema per adulti ha firmato le sue pellicole con lo pseudonimo Luca Damiano. Interpretato dalla pornodiva russa noto come Vicca (Julia Larot), accompagnata da un cast di sette nani veri, tutti attori ungheresi.
La leggenda di Biancaneve
La leggenda di Biancaneve (titolo originale giapponese Shirayuki‑hime no densetsu), frutto di una co-produzione tra l’Italia (Mondo TV) e il Giappone (Tatsunoko Production) . Trasmessa in Giappone da aprile 1994 a marzo 1995 su NHK BS‑2, è arrivata in Italia tra ottobre e novembre 1994 su Italia 1, nessuno si ricorda di questo cartone.

Biancaneve 2
Negli anni Novanta, mentre Disney continuava a dominare il mercato delle fiabe animate, lo studio Filmation tentò un’approssimazione alternativa con Biancaneve vissero felici e contenti, Diretto da John Howley e sceneggiato da Martha Moran e Robby London, il film proponeva una continuazione non ufficiale del film Disney.

Ambientato dopo la morte della Regina cattiva, il film racconta come la principessa Biancaneve e il suo principe avessero apparentemente raggiunto la felicità, solo per ritrovarsi minacciati da un nuovo antagonista: Lord Malizia, fratello della defunta matrigna, un potente stregone deciso a vendicarsi. Il suo piano consiste nel rapire il principe e nel seminare distruzione, trasformandosi in un uccello mostruoso e costringendo Biancaneve a una missione serrata per salvarlo e riportare l’armonia nel regno, il film fece abbastanza ribrezzo soprattutto le animazioni, molte persone ebbero anche conati di vomito.
Per promuovere il film, la casa produttrice Filmation collaborò con molte aziende tra cui, McDonald’s, che offrì una serie di mini-figure omaggio nelle confezioni Happy Meal, non solo quello, doveva uscire anche un gioco per NES ma il film fece talmente schifo che fu cancellato, solo più tardi uscì un videogioco su Super Nintendo chiamato Snow White: Happily Ever After, sviluppato da Imagitec Design e pubblicato da ASC Games esclusivamente in Nord America nel 1994, anche in questo caso il gioco faceva schifo.
Oltre lo specchio
Biancaneve e i sette nani non è solo un film: è il prototipo della favola moderna, un punto di riferimento estetico e narrativo, ma anche il simbolo di un’epoca in cui il cinema cercava ancora sé stesso. Walt Disney non voleva solo intrattenere: voleva far sognare. Oggi, a quasi un secolo dalla sua uscita, Biancaneve continua a vivere nelle citazioni, nei remake, nei meme e nelle infinite reinterpretazioni artistiche. E come lo specchio magico della Regina, continua a riflettere i desideri, le paure e i cambiamenti della società, esiste anche il Biancaneve uscito quest’anno ma questa sarà un argomento per un post a parte.